Ciao a tutti e bentornati
finalmente alla rubrica delle recensioni. Ne è passata di acqua sotto i ponti
dall’ultima review, ormai l’estate è finalmente finita, così come la sessione d’esami,
e finalmente il vostro caro Frost può smettere di nascondersi nel suo antro
oscuro. In realtà questa recensione sarebbe dovuta uscire a luglio, ma il
computer è stato simpatico ed ha deciso di perdere rovinosamente tutti i dati
mentre ero in vacanza. Eccoci quindi, dopo una formattazione e svariati libri
di diritto più tardi, a pronunciarci sull’amato argomento dei miei giocattoli
per adulti preferiti.
In questo anno passato insieme abbiamo
osservato fondamentalmente kit basati su mecha dell’Early Universal Century,
che di per se sono anche quelli generalmente più facili da reperire, con
qualche sprazzo di After War Era. Oggi però cambiamo target concentrandoci su
di una piccola chicca (in tutti i sensi) fuoriuscita da uno dei film di Gundam
che preferisco, Mobile Suit Gundam F91.
All’interno della timeline UC, l’opera
si piazza verso la parte finale di questa, e ci propone una storia nuova,
incredibilmente priva della classica diatriba tra Federazione Terrestre e
Principato di Zeon/Neo Zeon. Questa volta alla Federazione (relativamente
assente, tra l’altro) si contrappone la Crossbone Vanguard, la forza militare
privata della famiglia Ronah, la cui visione del mondo si manifesta nel
tentativo di instaurare un sistema di governo mondiale fondato sull’aristocrazia,
nonché nella gestione del problema di sovrappopolazione, tramite lo sterminio
di massa. Insomma, un mix tra la Regina d’Inghilterra ed i cattivi di James
Bond (anche perché provate a scontrarvi con uno che si chiama Iron Mask Carozzo e non farci nemmeno un pensiero). Purtroppo il film ha delle tempistiche che si sentono strane e forzate,
in quanto inizialmente questo concept sarebbe dovuto essere sviluppato in una
serie vera e propria, con tutto quello che ne deriva (come esempio, provate ad
immaginare Breaking bad riassunto in un solo film), ma nonostante tutto è
estremamente piacevole da vedere.
Ma io non sono qua per recensire
un film, quindi buttiamoci subito sul pezzo, e andiamo a capire perché volete comprare
il kit del Gundam F91.
Punto primo, questo modello è
solido. Si, mi è già capitato in passato di lodare questa caratteristica per
altri kit, ma nel caso del Gundam F91, a momenti si raggiunge il livello action
figure.
Punto secondo, le articolazioni. Le
braccia hanno un range di movimento di quasi 180° di flessione e grazie ad un
concept di assemblaggio diverso rispetto al solito, un estensione verticale pressoché
completa. Le gambe, dotate di doppio joint (come le braccia in fin dei conti)
permettono una piega di poco superiore ai 90°, ma che balza all’occhio come
molto naturale. Bacino, anca e testa invece seguono i dettami ormai standard. Particolare
menzione va data ai piedi, che riescono ad offrire una superficie piatta d’appoggio,
anche nelle pose con gambe ridicolmente dilatate.
Punto terzo, il design. Come credo
si noti dalle foto, questo kit non è il solito Gundam. Ok, i colori sono
effettivamente quelli d’ordinanza, o comunque qualcosa che vi si avvicina
molto, ma già la linea del busto dovrebbe far intuire che qualcosa non segue la
norma. Come dicevo prima, infatti l’assemblaggio di questo kit presenta degli
elementi di novità, rispetto a ciò che ormai siamo abituati a vedere, un
esempio su tutti è rappresentato dall’articolazione della spalla, dove il poli-cap,
invece di essere inserito, come di regola, nel petto, viene questa volta
incorporato dallo spallaccio, mentre il maschio della giuntura si trova nel
petto. Insomma, il processo di costruzione porta un po’ di aria fresca.
Punto quarto, la separazione dei
colori. Partiamo dal presupposto, che generalmente non apprezzo l’eccessiva presenza
di stickers in un Gunpla, visto che il risultato non rende quasi mai giustizia
al modello. Tuttavia, quando l’utilizzo è inevitabile, ma viene ragionato bene,
alla fine ci si ritrova tra le mani un modello come il Gundam F91. Per intenderci,
inizialmente ero scettico di come sarebbero apparsi i due VSBR, contando che il
guscio esterno è integralmente bianco e la parte in blu notte è un adesivo. Poi
mi sono detto di provare a vederlo coi miei occhi, tanto non sarebbe certo
stata una modifica permanente, avrei sempre potuto rimuoverli e dipingere. Beh,
non li ho più toccati. Tutti gli altri sticker invece sono semplici dettagli,
piccolezze che aggiungono un po’ di colore ad un kit altrimenti molto blando,
ma che non pesano affatto esteticamente, anzi, finiscono per valorizzarlo
ulteriormente.
Punto quinto, gli accessori. Tenendo
conto che i VSBR (acronimo che sta per Variable Speed Beam Rifle) sono
permanentemente montati sul Gundam, abbiamo un dettagliatissimo beam rifle che
fa il paro con un altrettanto dettagliato bazooka (che al limite meriterebbe
qualche tocco di colore) due Beam Saber ENORMI per un HG di queste dimensioni (e purtroppo anche l'unico punto dolente dell'intero armamentario, essendo effettivamente tanto lasche, quanto sono solide le altre armi),
e la chicca del late Universal Century, il Beam Shield, dall’aspetto
assolutamente spettacolare. Ok, non è tantissimo, ma la cura riposta in tutti
questi pezzi di armamentario vale molto più di una tonnellata di armi.
Punto extra, la “trasformazione”.
Il Gundam F91 ha una peculiarità, la velocità (ora, evitando spoileroni, vi
basti sapere che la F di F91 sta per Formula), il design stesso richiama il
concetto di velocità, ma al contempo quello di surriscaldamento (andiamo il
petto è un enorme radiatore), andando quindi ad evidenziare il problema della
dissipazione del calore. Ecco quindi che dagli spallacci possono fuoriuscire
degli ulteriori radiatori (in realtà fuoriescono nel film, qua bisogna
sostituire i due pezzi) e che la maschera facciale si apre (come prima, solo
nel film, qua bisogna cambiare la testa) per fare cose che in realtà non sono
molto ben spiegate nel film, o che forse non ho capito bene io.
Insomma, rendiamoci conto che se
sono qua a scrivere così tanto per un kit compatto ed economico un motivo ci
deve essere. E questo motivo è che in realtà lo state già comprando, anche solo
per dipingere di rosso le parti blu e proporlo in salsa F91 Imagine, come nella
prima serie di Gundam Build FIghters.
Anche per questo Gunpla devo
comunque ringraziare Vincenzo della Comics Addiction, che da bravo spacciatore
me l’ha procurato un paio di fiere fa, e che questo weekend (considerato l’orario
d’uscita di questa recensione farei bene a dire “oggi”) sarà presente alla
fiera di Fumettopoli che si tiene in quel di Assago. Insomma, se vi trovaste
nei paraggi fateci un salto, e magari ditegli pure che vi mando io, è un
simpaticone, e quattro chiacchere fanno sempre piacere. Soprattutto quando si è
circondati da montagne di Gunpla.
Detto questo, ho l’impressione
che ormai enunciare un verdetto per questo kit sarebbe solo una formalità, ma
le tradizioni è meglio seguirle, e se mi sputtano ulteriormente lo schema di
questa review, poi finisce che comincio ad incasinare pure le prossime, quindi,
bando alle ciance, ULTRA RECOMMENDED.
Davvero, compratelo.
Ci vediamo alla prossima review.
Per quel poco che ci capisco... Bellissimo!
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