Ciao a tutti, sono passati mesi dall’ultima
review, e me ne scuso, spero che voi 25 lettori sarete tanto magnanimi da
perdonarmi, ma nel mentre dovevo vitafaggare.
Chiaramente uno come me quando
dice vitafaggare intende comunque “comperare tonnellate di gunpla” e quindi è
stato come una specie di dovere condividere con voi le mie ultime scoperte,
nella speranza sia di consigliare che di convertire (comprategunplanow).
In ogni caso, ricordate Vincenzo
della Comics Addiction, di cui vi parlai nella scorsa review? ecco, tenetelo a
mente, che farà parte della nostra storia. Tutto è cominciato un sabato di
settembre: avevo appena dato un esame e quindi ero gasato e dotato di soldi,
ergo per cui venne deciso di andare alla fiera del fumetto di Assago. Il tempo
inenarrabile di percorrere praticamente tutta la linea verde ed eccoci li, all’ingresso.
Il mio zaino vuoto fremeva di Gunplamania, ed una volta entrato, ecco ancora là
il mio spacciatore preferito, e sul suo banchetto cosa notano i miei occhi, se
non gli ultimi Gunpla usciti? Arrogantemente gli impongo di vendermi sia il
Full Armor Gundam Thunderbolt (che non è appena uscito, ma lo Schuzrum Galluss non mi fa impazzire come è stato realizzato) che appunto il Gundam Zeta Plus A1, protagonista di questa recensione.
Questo modello ha alle spalle una
storia complicata di copyright, amori non corrisposti ed omicidi. Essendo
apparso per la prima volta nella photonovel Gundam Sentinel, nata dalla
collaborazione tra Bandai e Model Graphix (rivista di modellismo giapponese), è
logico chiedersi a chi spetti il diritto d’autore. Ebbene, qua cominciano i
casini, in quanto pur essendo la Bandai detentrice dei diritti per il nome “Gundam”,
poiché fu gestito malamente il processo di management del copyright, Gundam
Sentinel è di proprietà della Model Graphix, e quindi la nostra casa
produttrice di giocattoli preferita necessita dell’approvazione da parte di Quest’ultima
per il rilascio di eventuali modelli basati su questa serie o anche solo per
fare apparire queste fighissime Mobile Suits in qualunque forma di media.
Grazie al cielo Bandai comunque non
dimentica e –forse anche solo come fan service- ha fatto in modo che lo Zeta
Plus A1 apparisse, solo per 40 secondi ok, in una scena di Gundam Unicorn. Insomma
parliamo di una versione migliorata dello zeta Gundam prodotta in massa. Una figata
assurda che tutti vorrebbero avere!
Ora, visto che i quaranta secondi
in Unicorn non contano a livello di background e dato che non conosco la storia
alla base di Gundam Sentinel perché non so il giapponese, per quale motivo ho
acquistato questo Gunpla? Beh, perché fa brutto. Sia in Mobile Suit mode, che
in “Waverider” mode (virgolettata perché essendo concepito per il volo
atmosferico, lo zeta plus, a differenza dello zeta, non emette le onde
caratteristiche di questa modalità), quindi andiamo direttamente a parlare del
modello.
Come dicevo, è molto recente,
dato che è stato rilasciato nell’agosto 2014, ed incredibilmente si distanzia
dagli standard della maggior parte dei kit di Gundam Unicorn essendo un cast
completamente originale. Infatti il modello precedente di questa MS risale ben
al 1988, troppi anni per permettere (ma soprattutto giustificare) un recast con
colori diversi.
A differenza del vecchio kit, questo non si trasforma, ma si “partsforma”,
ovvero si ottiene la modalità waverider semplicemente smontando dei pezzi e
rimontandoli su un’altra piattaforma. Ora, per alcuni questa cosa è
completamente negativa, ed io stesso devo ammettere che non è certamente il
massimo montare un Gunpla per poi doverlo smontare, tenendo conto comunque
della possibile usura delle parti, ma la “partsformazione” ha comunque un
enorme lato positivo, ovvero la solidità del kit risultante. Certo, è una
feature di comodo, che costringe comunque la casa produttrice a vendere kit da “un
gunpla e mezzo” con conseguente lievitazione del prezzo, ma alla fine ci si
trova sempre in mano un kit solido, ed in questo caso, comunque ben fatto.
A livello di articolazioni,
questo kit è una specie di Meh, in quanto, per l’estrema mobilità che abbiamo
nelle gambe, molto poco ci viene concesso dagli arti superiori, restando ancorati
agli standard 90° di moviemento per il gomito e alla rotazione sotto la spalla.
Come accessori abbiamo lo scudo (parte fondamentale comunque per la modalità
waverider, come lo zeta originale) il beam rifle del Delta Plus e due beam
saber, oltre chiaramente ai pezzi necessari per passare da MS a waverider.
Come era plausibile aspettarsi,
il modello viene rilasciato con pochi sticker in dotazione. In pratica abbiamo
gli occhi e le varie camere come stickers metallizzati e davvero poche decal
trasparenti per i markings. Un peccato, vista la natura militaristica di questa
MS (i colori ricordano quelli dei caccia moderni, così come le ali a geometria
variabile), ma ovviamente arginabile con un po’ di passione, fantasia e sticker
da real grade non utilizzati (quanto meno, io ho fatto così).
Che dire, è un
modello solido come una roccia, con una linea aggressiva e una tra le più fighe
Waverider mode che vedrete in giro, ma ne vale davvero la pena? Se come me
amate questo design, questi colori e non pensate che l’essere un partsformer
sia una cosa negativa, allora prego, questo è il kit che fa per voi, e allora è
ultra recommended e il prezzo non vi sembrerà esagerato. Ma se invece amate i
kit con accessori in quantità, colori sgargianti e aspetti meno militareschi,
beh, forse potreste voler cercare altro. Io per mio conto mi sono divertito come
pochi ad assemblarlo, e quasi rimpiango di averlo finito.
Sperando in altri kit tratti da
Gundam Sentinel (l’EX-S Gundam è figo, ma leggermente ingombrante), ci sentiamo
al prossimo Gunpla
FROST - GUNPLA MASTER
FROST - GUNPLA MASTER