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venerdì 28 novembre 2014

GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost

Ciao a tutti e bentornati nella rubrica sui GunPla! Inanzitutto mi tocca scusarmi per aver tirato tanto per le lunghe questa review, e rassicurarvi che il Procione Rosa non è morto! Però da bravo mammifero è in uno stato pseudo letargico, e comunque vi sogna molto! Detto ciò, in attesa di un vero e proprio risveglio al cardiopalma, appropinquiamoci alla recensione del giorno (qui i miei lavori precedenti).


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Oggi si parla di MS-18E Kampfer, Mobile Suit del Pincipato di Zeon concepita per l’utilizzo da parte di forze speciali in operazioni dietro le linee nemiche. Ma come si può infiltrare un robottone di 18.2 metri dietro il fronte? Alla fine è pur sempre alto come un palazzo di sei piani! Andiamo, se state leggendo questa rubrica lo sapete benissimo. Allo stesso modo in cui un GunPla entra in casa nostra, ovvero smontato. Infatti principale caratteristica del Kampfer era la possibilità di essere assemblato e disassemblato facilmente in blocchi.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Come si nota dalle immagini, la mobile suit è coperta di propulsori che la rendono estremamente agile e manovrabile. Non per nulla la E della nomenclatura indica “ein Hauen” ovvero “un Colpo” esplicitando appunto il ruolo di mezzo da assalto lampo coperto da questo mecha.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Inoltre dalle immagini si può vedere l’incredibile numero di armamenti portati dal Kampfer, chiaramente sempre nell’ottica di fare il maggior numero di danni con una singola mobile suit, dopodiché dileguarsi velocemente abbandonando le armi.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


È palese l’assenza di beam weapons –se si escludono le beam saber montate all’interno delle cosce- e questo per evitare di consumare ulteriormente la potenza del Generatore Minovsky interno dedicato quasi esclusivamente a garantire la resa performante dei vari propulsori.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Stavolta ho optato per “zero spoiler” ergo, per quanto riguarda la rappresentazione in campo di questa mobile suit non mi resta che invitarvi a guardare Mobile Suit Gundam 0080: War in the Pocket, piccola miniserie di 6 OAV che ha davvero molto da offrire, oltre che un sacco di carne al fuoco (questa è una battuta che capirete bene dopo averla vista). Vi basti comunque sapere che il Kampfer è pilotato da un russo che beve alcool. Questo.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Il model kit non è proprio recentissimo, ma nemmeno troppo vecchio (parliamo del 2008) e infatti la qualità delle articolazioni è veramente pregevole, escludendo chiaramente le limitazioni derivanti dal design della Mobile Suit, come il ginocchio, che non può piegarsi più di tanto a causa del propulsore presente sul retro della “coscia”. particolare degno di nota è il ball joint nel busto, che finalmente ha la possibilità di muoversi decentemente, pur essendo un modello di Zeon, dato che i Power Cables non interferiscono con lo stesso!


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Anche la separazione dei colori è degna di nota: ci troviamo infatti davanti ad uno dei pochi -se non l’unico- high grade in cui viene fornito un pezzo distinto per l’interno dei propulsori. Ok, non tutti i propulsori, ma tenendo conto che la maggioranza di coloro che comprano i Gunpla li mettono in posa esibendo fieramente il lato frontale, si può dire che questi diano il meglio di se.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


Altra cosa eccezionale di questo modello è il quantitativo di accessori: abbiamo ben due fucili a pompa, due lanciarazzi, due sturmfaust, due beam saber e per finire in bellezza, una chain mine, ovvero una serie di mine magnetiche montate su una catena. Non vi sono molti sticker, infatti oltre al monoeye (riproposto ben 3 volte) abbiamo due fasce bianche -una per l’antenna, e l’altra per uno spuntone sulla spalla sinistra- due simboli di Zeon e due loghi della squadra Cyclops. È sicuramente un modello particolare, ma così pieno di pregi che sarebbe un peccato farselo scappare. 


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost


A questo punto, direi che il verdetto parrebbe abbastanza scontato: il modello non presenta articolazioni lasche o parti propense a cadere, tutti gli armamenti stanno ai loro posti -permettendomi di sottolineare la solidità del Kampfer- ma la posabilità è limitata dal modo in cui sono concepite le gambe. Se riuscite ad andare oltre quest’ultimo punto è MEGA RECOMMENDED, ma se proprio la cosa non vi va giù allora vi consiglio di procurarvi un action base e farlo librare nell’aria, mentre vola ad estreme velocità, nonostante il fuoco nemico, verso il prossimo bersaglio! In ogni caso ci vediamo al prossimo Gunpla, letargo permettendo.


GUNDAMODELLISMO: HGUC MS-18E Kampfer - review Gunpla - a cura di Frost



p.s questo post è di 666 parole

















mercoledì 8 ottobre 2014

GUNDAMODELLISMO: HGUC Gundam Zeta Plus A1 - review Gunpla - a cura di Frost

Ciao  a tutti, sono passati mesi dall’ultima review, e me ne scuso, spero che voi 25 lettori sarete tanto magnanimi da perdonarmi, ma nel mentre dovevo vitafaggare.


Gundam Zeta Plus A1


Chiaramente uno come me quando dice vitafaggare intende comunque “comperare tonnellate di gunpla” e quindi è stato come una specie di dovere condividere con voi le mie ultime scoperte, nella speranza sia di consigliare che di convertire (comprategunplanow).


Gundam Zeta Plus A1


In ogni caso, ricordate Vincenzo della Comics Addiction, di cui vi parlai nella scorsa review? ecco, tenetelo a mente, che farà parte della nostra storia. Tutto è cominciato un sabato di settembre: avevo appena dato un esame e quindi ero gasato e dotato di soldi, ergo per cui venne deciso di andare alla fiera del fumetto di Assago. Il tempo inenarrabile di percorrere praticamente tutta la linea verde ed eccoci li, all’ingresso. Il mio zaino vuoto fremeva di Gunplamania, ed una volta entrato, ecco ancora là il mio spacciatore preferito, e sul suo banchetto cosa notano i miei occhi, se non gli ultimi Gunpla usciti? Arrogantemente gli impongo di vendermi sia il Full Armor Gundam Thunderbolt (che non è appena uscito, ma lo Schuzrum Galluss non mi fa impazzire come è stato realizzato) che appunto il Gundam Zeta Plus A1, protagonista di questa recensione.


Gundam Zeta Plus A1


Questo modello ha alle spalle una storia complicata di copyright, amori non corrisposti ed omicidi. Essendo apparso per la prima volta nella photonovel Gundam Sentinel, nata dalla collaborazione tra Bandai e Model Graphix (rivista di modellismo giapponese), è logico chiedersi a chi spetti il diritto d’autore. Ebbene, qua cominciano i casini, in quanto pur essendo la Bandai detentrice dei diritti per il nome “Gundam”, poiché fu gestito malamente il processo di management del copyright, Gundam Sentinel è di proprietà della Model Graphix, e quindi la nostra casa produttrice di giocattoli preferita necessita dell’approvazione da parte di Quest’ultima per il rilascio di eventuali modelli basati su questa serie o anche solo per fare apparire queste fighissime Mobile Suits in qualunque forma di media.


Gundam Zeta Plus A1


Grazie al cielo Bandai comunque non dimentica e –forse anche solo come fan service- ha fatto in modo che lo Zeta Plus A1 apparisse, solo per 40 secondi ok, in una scena di Gundam Unicorn. Insomma parliamo di una versione migliorata dello zeta Gundam prodotta in massa. Una figata assurda che tutti vorrebbero avere!
Ora, visto che i quaranta secondi in Unicorn non contano a livello di background e dato che non conosco la storia alla base di Gundam Sentinel perché non so il giapponese, per quale motivo ho acquistato questo Gunpla? Beh, perché fa brutto. Sia in Mobile Suit mode, che in “Waverider” mode (virgolettata perché essendo concepito per il volo atmosferico, lo zeta plus, a differenza dello zeta, non emette le onde caratteristiche di questa modalità), quindi andiamo direttamente a parlare del modello.


Gundam Zeta Plus A1


Come dicevo, è molto recente, dato che è stato rilasciato nell’agosto 2014, ed incredibilmente si distanzia dagli standard della maggior parte dei kit di Gundam Unicorn essendo un cast completamente originale. Infatti il modello precedente di questa MS risale ben al 1988, troppi anni per permettere (ma soprattutto giustificare) un recast con colori diversi. 


Gundam Zeta Plus A1


A differenza del vecchio kit, questo non si trasforma, ma si “partsforma”, ovvero si ottiene la modalità waverider semplicemente smontando dei pezzi e rimontandoli su un’altra piattaforma. Ora, per alcuni questa cosa è completamente negativa, ed io stesso devo ammettere che non è certamente il massimo montare un Gunpla per poi doverlo smontare, tenendo conto comunque della possibile usura delle parti, ma la “partsformazione” ha comunque un enorme lato positivo, ovvero la solidità del kit risultante. Certo, è una feature di comodo, che costringe comunque la casa produttrice a vendere kit da “un gunpla e mezzo” con conseguente lievitazione del prezzo, ma alla fine ci si trova sempre in mano un kit solido, ed in questo caso, comunque ben fatto.


Gundam Zeta Plus A1


A livello di articolazioni, questo kit è una specie di Meh, in quanto, per l’estrema mobilità che abbiamo nelle gambe, molto poco ci viene concesso dagli arti superiori, restando ancorati agli standard 90° di moviemento per il gomito e alla rotazione sotto la spalla. Come accessori abbiamo lo scudo (parte fondamentale comunque per la modalità waverider, come lo zeta originale) il beam rifle del Delta Plus e due beam saber, oltre chiaramente ai pezzi necessari per passare da MS a waverider.


Gundam Zeta Plus A1


Come era plausibile aspettarsi, il modello viene rilasciato con pochi sticker in dotazione. In pratica abbiamo gli occhi e le varie camere come stickers metallizzati e davvero poche decal trasparenti per i markings. Un peccato, vista la natura militaristica di questa MS (i colori ricordano quelli dei caccia moderni, così come le ali a geometria variabile), ma ovviamente arginabile con un po’ di passione, fantasia e sticker da real grade non utilizzati (quanto meno, io ho fatto così). 


Gundam Zeta Plus A1


Che dire, è un modello solido come una roccia, con una linea aggressiva e una tra le più fighe Waverider mode che vedrete in giro, ma ne vale davvero la pena? Se come me amate questo design, questi colori e non pensate che l’essere un partsformer sia una cosa negativa, allora prego, questo è il kit che fa per voi, e allora è ultra recommended e il prezzo non vi sembrerà esagerato. Ma se invece amate i kit con accessori in quantità, colori sgargianti e aspetti meno militareschi, beh, forse potreste voler cercare altro. Io per mio conto mi sono divertito come pochi ad assemblarlo, e quasi rimpiango di averlo finito.


Gundam Zeta Plus A1


Sperando in altri kit tratti da Gundam Sentinel (l’EX-S Gundam è figo, ma leggermente ingombrante), ci sentiamo al prossimo Gunpla















  FROST - GUNPLA MASTER

domenica 28 settembre 2014

Pink Raccoon Interviste: Manuel Bustamante / Lara Poncho Gianotti - EL GRINGO LOCO




Viaggi nel web, guardi cose carine, impari a orientarti.
Poi una botta violenta, una notifica di G Plus, e cadi nella tana del Bianconiglio: scopri EL GRINGO LOCO, parto della mente geniale di Manuel Bustamante e Lara Poncho Gianotti.

Cosa fai per prima cosa? Impazzisci. LA GRANATA SCOPPIERA'?
Ok, senza fretta, ve li devo presentare, El Gringo Loco è un fumetto dalle atmosfere davvero particolari, un po' pulp, un po' redneck con sopra una bennata di MalavitaMexico purissima.
Il tutto comincia in un cesso, un lurido cesso pubblico, pare, con una ragazza e una granata.
No basta, ve lo dovrete leggere, intanto vi anticipo due righe di bio e una breve introduzione:



MANUEL BUSTAMANTE:


Come Manuel dichiara nella bio del suo blog, ha iniziato a disegnare prima di camminare o parlare e lascia che siano i disegni a parlare al posto suo. E' esperto di web design e crea cose stupendissime.

Le leggende vogliono che sappia disegnare e narrano della sua venuta da tempo immemore.Nato dall'amore tra il dio Bacco e di una bottiglia di Campari ha cominciato a disegnare El Gringo Loco sui banchi di scuola




LARA PONCHO GIANOTTI:


Mezza donna mezzo lama, è scesa su questo pianeta per mostrare a noi mortali come fare del character design come dio comanda.
Si dice che durante le lune piene i suoi rasta prendano vita.



Il fumetto, che lo ripeto è una figata pazzesca,  è for free sul SITO capitolo 1 e 2.
Presto sarà concretizzato dalle sacre mani in quel di ShockDom, aspetto con trepidazione *_*

Sotto all'intervista, che non aspettate altro:




Intervista a EL GRINGO LOCO - Manuel Bustamante / Lara Poncho Gianotti

1) Domanda d’apertura, ma tipo... una granata sotto il popo’ non è scomoda? 

Manuel: Cosa non si è disposti a fare per un colpo di scena eh?
Sicuramente quello del Gringo è inizio un po’ fuori dalle righe, ma riuscire e far uscire dalla zona di comfort è importante.
Ti dirò la verità, prima che me lo facessero notare, non avevo badato al fatto che il primo capitolo si svolge tutto con una ragazza seduta sul cesso a braghe calate.

Poncho: (*annuisce con aria convinta nascondendo magistralmente un certo imbarazzo.)

2) Chi siete e cosa quarzo è sta roba? LA AMO.

Poncho: Grazie, che carina. Comunque, si può dire che siamo web designer-illustratori di giorno e quasi fumettisti di classe di notte. Prima di scapparci di mano, Il Gringo era una una palestra e una valvola di sfogo per la nostra creatività.

Manuel: Già, El Gringo Loco è nato come un web comic gratuito sul web, ma ben presto ci siamo fatti notare e adesso stiamo lavorando anche in vista della pubblicazione su carta.
La storia si sviluppa attorno a un gruppo di personaggi, ciascuno apparentemente impegnato a farsi semplicemente i fatti  propri. Ben presto si comincerà a capire che c’è qualcosa che accomuna le disavventure di ciascun personaggio… ma non vogliamo spoilerarvi niente.





3) Da quanto tempo vi dedicate a questo progetto? Avete lavorato ad altre storie? Ci sono anche i gattini?

Manuel: Ho cominciato a stendere la storia del Gringo quando ero ancora tra i banchi di scuola. Per me è stato un vero e proprio campo di addestramento sia per quanto riguarda la definizione di un’idea (ambienti, personaggi ecc...) sia per quanto riguarda la costruzione di una storia.
Non ho avuto la fortuna di frequentare una scuola che mi desse una preparazione artistica, quindi portare avanti il Gringo è stato essenziale per la mia attuale carriera.
Ho poi incontrato Lara, che mi ha fatto capire il potenziale del progetto, e da subito ci siamo buttati a capofitto nel lavoro.
Nella testa ci sono uno tsunami di idee e storie, ma almeno per il momento preferisco dedicarmi esclusivamente al Gringo che, ridendo e scherzando, si è preso 7 anni della mia vita!

Poncho: Io sono entrata in scena circa un anno fa. Questo e il mio primo fumetto vero: ho disegnato tanti personaggi e inventato state storie, ma nessuno di questi si è concretizzato in qualcosa di più di una cartelletta di schizzi e studi.

4) Posso dire che i disegni sono una figata più totale e che il sito è fatto da divinità di alto livello? MA MA MA. Adesso seriamente, c’è qualche fonte di ispirazione?

Manuel: Ho avuto la fortuna di cominciare la mia carriera appena uscito da scuola, andando a lavorare come illustratore e web designer in un agenzia di Milano.
Grazie a questo ho potuto non solo imparare a realizzare in autonomia siti web, ma anche a capire il mondo della comunicazione e del design. Troppo spesso vedo disegnatori di grande talento il cui output è sminuito o vanificato dalla loro assenza di impaginazione, design e comunicare.
Ammiro i lavori di Stanley Lau, un mago per quanto riguarda l'equilibrio in un illustrazione, poi ci sono Dan Luvisi, Omen2501, Wojtek Fus... che sono tutti concept artist più che fumettisti.
In generale comunque ogni giorno scopro nuovi artisti e punti riferimento enormemente migliori di me. E’ importante essere umili.

Poncho: Per quanto mi riguarda non saprei… credo che una delle cose che più ha formato il mio gusto artistico siano stati i film d’animazione “non-solo-disney” che mia madre recuperava chissà dove quando ero bambina. Potrei citare i lavori di Bozzetto, Zemana, Don Bluth e Miyazaki (lo conobbi con “Mononoke Hime” in un cinemino d’oratorio e cambiò ogni cosa ). Giusto perché non ricordo chi ha diretto “Il Gigante di Ferro”.
Ho letto moltissimo, da Gibson a Dahl, e giocato ai video games ancora di più.  Questo ha fatto di me l’intellettualoide di merda che sono e de El Gringo Loco il mio laboratorio personale di retinatura randomica (*ride rumorosamente).



5) ma la granata poi non irrita lo “scantinato”?

Poncho: tra una bomba a mano e un mercenario asiatico che le vuole fare lo scalpo, direi che Sasha -la nostra eroina- ne ha di motivi per essere in guerra col mondo.
La verità è che è meglio non farsi troppe domande sul Gringo: è il nostro modo per divertirci, per sparare a zero su tutto quello ci ci viene in mente, per assecondare il nostro amore per la birra - alcune delle idee migliori le abbiamo avute al pub dopo un paio di medie - e per sfidare il nostro naturale bisogno di sonno.

Manuel: mi sono ricordato che non c’è più birra in casa! (*comincia ad agitare le braccia in maniera convulsa).

6) Quando potrò leggere in pace la forma cartacea? 

Manuel: (*ricomponendosi) Il primo episodio del Gringo sarà acquistabile in forma cartacea al Lucca Comics & Games 2014.
Siamo pubblicati da Shockdom assieme ad altre opere in quello che è un digest a uscita bimensile.
Inizialmente non eravamo interessati alla pubblicazione cartacea; era nostra intenzione rimanere sul web che, a nostro parere, è il migliore canale di comunicazione odierno, ma davanti all’offerta di Shockdom non abbiamo esitato.
I volumi saranno due:
 YIN, è rivolto ad un pubblico più femminile, ma non significa che ci saranno (solo) commedie romantiche. Preparatevi a episodi horror, di fantascienza, oppure di quotidiana “cattiveria”; la copertina sarà di Valeria Romanazzi.
Il secondo è YANG, nella quale sarà presente El Gringo, rivolto invece ad un pubblico più maschile. Qui si passa dalla fantascienza al thriller, dal fantasy all’horror; La copertina in questo caso sarò io a realizzarla.
Siamo comunque lieti di comunicare che continueremo a pubblicare gratuitamente l’opera sul nostro sito!



7) I nostri lettori sono tutti un po’ speciali, alcuni anche discretamente pazzi. Ci consigliate una colonna sonora per accompagnare la lettura?

Manuel: Usiamo molto Grooveshark, che per chi non lo sapesse è uno spotify gratuito. Ci sono parecchi broadcast interessanti, tra cui alcuni che trasmettono colonne sonore tratte da videogame e film. In generale ascolto un sacco di musica elettronica.
Se posso permettermi di consigliare qualche gruppo parto con i Koan Sound, electro funk. Da ascoltare.
Poi ci sono innumerevoli gruppi rock tra cui Ida Maria, Royal Republic, Juliette Lewis, me first and the gimme gimmes… poi ci sono i classici dell’hip hop che Lara odia: Busta Rhymes, Wu tang clan, M.O.P… 

Poncho: non è he li odio, suvvia! Dico solo che vi godreste di più il Gringo abbinato a qualcosa di raffinato… che ne so… Django Reinhardt, Joe Hisahishi, i Black Moth Super Rainbow o i Gogol Bordello.
Che poi adesso facciamo gli splendidi, ma la verità è che almeno un terzo del lavoro è stato fatto ascoltando le colonne sonore dei video giochi - musica a 8-bit inclusa.


8) Come inquadrereste lo stile e la storia di El Gringo Loco? Come mai questo nome?

Manuel: Io per primo non saprei classificarlo. Coloro che hanno letto lo storyboard lo hanno definito un po’ Tarantiniano, bel lontano da quello che è il metodo di narrazione manga o Marvel. In generale è un fumetto d’azione fondamentalmente scorretto.
“El Gringo Loco” prende il nome dal ristorante che è al centro degli eventi. È il crocevia dove tutti i nodi alla fine vengono al pettine.

9) Ma io lo voglio adesso, non so ancora se la granata scoppia o no.

Manuel & Poncho: Stiamo lavorando sodo!
Non ci siamo riposati neanche ad agosto per stare al passo coi nuovi capitoli (*si guardano con aria preoccupata per un istante).




10) So che avete avuto contatti con Nuname, ora che il Procione è l’inviato speciale si permette di fare le domande scomode.

Poncho: questo mi ricorda il tizio che cercò di fare delle domande scomode a Hakkinen. La scena è questa: 
il giornalista sornione: è vero che i finlandesi sono persone molto riservate?
H: sì.
il giornalista: “ed è vero anche che tendete a rispondere alle domande solo con un sì o un no?”
H: (*la migliore poker face di sempre e una pausa) sì.


11) Vogliamo sapere tutto su di te/voi/essi. 

Manuel: Mi chiamo Manuel!
Se non sto disegnando sto giocando o suonando il mio ukulele.
Per commemorare la pubblicazione del Gringo mi sono auto tatuato una vanga, l’arma prediletta della protagonista. Esatto, sto cominciando una carriera da tatuatore…. vuoi un tatuaggio? 

MOMO: Sììì VOGLIO UN TATUAGGIO opera tua! 

Poncho: si raccontano molte storie nebulose sul mio conto… qualcuno dice che io abbia combattuto molte battaglie, e che sia sopravvissuta a quattro film sui transformers e all’ascesa dei meme su Justin Bieber. Fonti attendibili riferiscono che durante le notti di luna piena i miei dread si animino tentino di strozzare Manuel nel sonno. Se c’ero dormivo, quindi non posso fornirvi ulteriori dettagli a riguardo.



12) Voglio il poster in camera. Ci sarete a qualche fiera, siate gentili è per le molestie.

Manuel & Poncho: Saremo sicuramente al Lucca Comics di quest’anno, dove speriamo di stringere qualche mano e magari bere qualche birra assieme a gente nuova!
Inoltre, non vediamo l’ora di poter incontrare gli autori del volume antologico.

13) Il vostro lettore tipo? 

Poncho: Qualcuno a cui piaccia la narrazione un po’ sopra le righe, che abbia fatto in tempo a spendersi almeno una paghetta a Metal Slug e che, come noi, capisca che ci sono delle cose importanti di cui preoccuparsi nella vita… che so?  Granate, vanghe, la cucina messicana, la mafia russa e altre cose del genere.

14) Adesso gentilmente vi sto obbligando a metter qui ogni link utile per potervi seguire sul web. 

Allora, per quanto riguarda El Gringo Loco:

Pagina FB: https://www.facebook.com/gringolococomic
Sito dove leggerlo: http://www.elgringoloco.eu/

Per chi volesse stalkerare me (Manuel)
Portfolio (da aggiornare): http://www.manuelbustamante.it/portfolio/
Blog (non scrivo da un po’…):  http://www.manuelbustamante.it/
Facebook :  https://www.facebook.com/manuel.bustamante.92
Per diventare il mio migliore amico è sufficiente offrirmi della birra.

MOMO: verrà portata a casse!

Questo è invece il link al sito di Larahttp://www.laragianotti.it/
e la sua pagina su Deviantart: http://8poncho8.deviantart.com/

Poncho: prometto di stargli un po’ più dietro e di pubblicare tante illustrazioni interessanti (*scoppia di nuovo a ridere rumorosamente).



15) Questo spazio è per il cazzeggio random. prego.

Poncho: che bello! Uno spazio cazzeggio tutto per noi! Maaaaa cosa ci scriviamo?

Manuel: Grazie di aver letto l’intervista. Speriamo il Gringo riesca a strapparvi qualche sorriso e a coinvolgervi almeno un po’! Non esitate a contattarci anche solo per insultarci.

Momo ringrazia e mette un esca a forma di birra: non vede l'ora di Lucca *_* CI SARO' ANCHE IO!

Bacini

Momo PINK RACCOON




venerdì 26 settembre 2014

NUOVA RUBRICA: FROSTCONSIGLIA episodio 1 - Bubba Ho-Tep

Benvenuti, cari lettori, in questa nuova rubrica: Frostconsiglia, dove andremo a stilare poco alla volta un modesto elenco di tutti quei film, trash o meno, che devono essere visti almeno una volta durante la vita. Ovviamente non sono un critico, e infatti non vedrete mica delle recensioni. il massimo che posso offrirvi sono alcuni screenshot significativi e qualche parola da amico sul perché valga la pena perdere quella oretta/oretta e mezza. Ah, va da se che al di fuori di casi dove questo sia strettamente necessario, non accennerò alla trama per nulla. Un po' come convinco gli amici a guardare qualcosa che io ho già visto, godendomi le loro espressioni.


espressioni tipo questa


Come reagireste ad una scena (che purtroppo non riesco a screenare) dove Elvis, cavalcando una sedia a rotelle elettrica, fa a botte con una mummia vestita da cowboy? Male, esatto. E con male intendo chiaramente bene. Questa scena, anzi, questo frame esprime appieno ciò che si prova guardando questo film, Bubba Ho-Tep, risalente all’ormai lontano 2002, ma uscito in italia solo nel 2004, tra l’altro proprio il 26 settembre, permettendoci quindi di sfruttare questo lieto 10° anniversario per aprire questa nuova serie di post, nonchè per celebrare il sempre verde Bruce Campbell. 


questa mummia vestita da cowboy


Eh si, c’è proprio il nostro amato Bruce in questa pellicola nei panni luccicanti di quell’icona americana dal nome di Elvis Aaron Presley. Un Elvis però vecchio, stanco e che apre il film parlando del suo pene. Considerato pazzo proprio perché come lui stesso ci spiega nelle primissime scene, all’apice della sua fama effettuò uno scambio di ruoli con un suo imitatore, tale Sebastian Haff, in modo da poter allontanarsi da quell’ambiente patinato e pieno di ipocrisia che ormai lo stava svuotando. Sfiga vuole che Sebastian Haff muore di overdose mentre Elvis perde la sua copia del contratto in un incidente di barbecue. Ed ecco così spiegato come si giunge alla situazione iniziale, ovvero Elvis all’ospizio. 



Ma fosse solo questo il pretesto del film, per quanto interessante, non varrebbe sicuramente la pena guardarlo, no? Ed ecco che fa la comparsa il nostro cattivo, Bubba Ho-Tep, una mummia egiziana maledetta (diciamo che quando uno scriba ha una relazione con una regina, il marito non la prende bene) VESTITA DA COWBOY.


notare la CAMICIA CON LE FIAMME


Perché è vestita così? Non si sa, ma la storia è ambientata in texas e quindi ha senso. Così come ha senso che in un ospizio texano si trovi un vecchio nero convinto di essere il presidente Kennedy, a cui è stato sostituito il cervello ed è stata tinta la pelle. Come è facile immaginare questo film è pregno di personaggi caratteristici, che però lascerei a voi il piacere di scoprirli. Guardatelo, non ve ne pentirete.


Se non altro, fatelo per Elvis.












giovedì 18 settembre 2014

ComiXRevolution Eventi: Incontro con Federica Faith Manfredi autrice di Hack/Slash







Sabato 12 Settembre presso la Fumetteria ComixRevolution di Bergamo c'è stato un evento davvero figo: sono iniziati gli incontri mensili con gli autori dei nostri fumetti cuoriciosi!
Prima tappa per lei e primo evento del genere per la ComixRevolution, apre le piste Federica "Faith" Manfredi, che forte della sua recente pubblicazione Hack/Slash ha introdotto noi pubblico astante nel magico mondo del fumettista italiano che cerca la sua zona franca in questo universo di matite e chine.




Purtroppo per noi, Frost è proprio una principessa, arriviamo tardi e ci perdiamo un pezzo della presentazione, ma recuperiamo in gran carriera! Tablet e stilo alla mano e prendo appunti come una giovane liceale: si parla di mondo del fumetto italiano Vs estero!




Prima però, di entrare nel vivo della questione, vi lascio un po' di informazioni su di lei:
Breve Bio rubata all'internetto:
Romana, disegnatrice e autrice completa, ha lavorato per importanti nomi dell’editoria europea, senza rinunciare alla creazione di opere molto personali che hanno visto la luce per editori di nicchia, dove è forse più semplice ottenere pieno rispetto per la sensibilità narrativa degli autori. Quiet Earth per la Liberty e Magenta per la Indy Press sono fra i suoi lavori più personali ed apprezzati ma Federica, le cui anatomie e il cui segno di pennello sono meravigliosamente naturali e curati, ha all’attivo un curriculum vastissimo. Tra le opere di cui è maggiormente soddisfatta, il numero 6 del fantasy Arcana Mater, su testi di Manfredi Toraldo, e Mambo Italiano, su testi del pluripremiato Diego Cajelli.Più recentemente, il suo nome è stato legato a produzioni statunitensi di importanza sempre crescente: tra queste Hack/Slash (ed. Devil’s Due), Kat & Mouse (ed. Tokyopop), Vampyre by night (ed. Marvel Comics). Per la Marvel ha appena completato un nuovo lavoro, prima di rituffarsi nel secondo volume di Kat & Mouse e trovando anche il tempo di disegnare la copertina dell’albo speciale di Desdy Metus - L’insonne pubblicato in occasione di Casacomìx.
È un singolare caso di fumettista appassionata, oltre che di arte e disegno, anche di materie scientifiche: astrofisica, chimica, biologia. Nutre un persistente interesse verso il concetto fisico di “moto perpetuo”, che ha anche dato il nome al complesso musicale protagonista di Magenta. È appassionata di pattinaggio “aggressive” e quasi irriconoscibile quando armata di pattini, ginocchiere, gomitiere e casco… 

Inizia agli albori del 2000 a pensare seriamente di pubblicare fumetti, disegna una storia tutta sua e collabora con un gruppo di autori ad una raccolta autoprodotta di one shots, fondando con Michele Foschini (co-fondatore della successiva e fortunata BAO Publishing) la Indy Press, una società con il compito unico di distribuire questa piccola autoproduzione. Poche le copie, non più di 2000, vengono  distribuite alla fiera di San Diego e si fanno notare le mani più sapienti...inizia a muoversi qualcosa. La sua opera di allora è intitolata Magenta, un progetto estremamente suo, qualcosa fa scattare la scintilla con una cada editrice americana e tutto inizia a prendere una piega (soprattutto economica) diversa.







Successivamente: interventi su miniserie di StarTrek, albi di True Blood, Marvel...il CV si riempie sempre di più fino ad diventare gargantuesco!

Federica oggi lavora ancora per il mercato USA, e ci illustra le sostanziose differenze che ci sono tra metodo di lavoro americano e italiano.
Questo discorso sarà molto utile ai nostri lettori che vorranno intraprendere questa strada, come i nostri Nunamers ad esempio.
In primis si analizzano le differenze operative: in USA il fumetto è concepito come una collaborazione dinamica tra casa editrice e cooperatori (matite, chine, colori, sfondi...) in cui l'autore/collaboratore è chiamato in causa al momento del bisogno, pagato anche discretamente per lo sforzo richiesto ma lungi dal concetto "posto fisso". Un po' come fossero liberi professionisti.
In Italia e nel mondo Franco-Belga (altro colosso del fumetto europeo) il concetto di lavoro fumettista si lega indissolubilmente ad una casa editrice, magari storica e molto affermata come nel caso della Bonelli o della Disney Italia, posti ambitissimi nei quali è difficile entrare.
Federica in questo incontro ha affrontato alcune tematiche che sono di sicuro interesse per futuri fumettisti: la retribuzione e la forza (di spirito!) necessaria per non farsi abbattere dalle offerte anche ridicole che si sentono proporre in giro.

Si è parlato di come in Italia ci si rapporti con i nuovi autori, gli ancora sconosciuti diciamo, ai quali spesso le prime tavole commissionate, le prime collaborazioni con piccole case editrici danno un compenso molto basso, al limite del rimborso spese minimo. Questo invece non si manifesta nel mondo lavorativo (del settore) americano, che valuta in modo più meritocratico un artista (senza badare alla sua fama) e paga molto di più a fronte però di un rapporto lavorativo più dinamico (=saltuario e mai garantito). 
Il consiglio della nostra "Faith" è quello di non disperare, non demordere e credere sempre fermamente nelle proprie intenzioni, nutrendo i propri sogni, senza svendersi ma neppure scartando opportunità piccole ma potenzialmente forti per farsi conoscere.

Chiudendo la parentesi "lavoro da fumettista" entriamo nel vivo dei suoi fumetti: erano presenti alcuni suoi lavori precedenti, perle rare e stupende che meritano di stare nella collezione di un appassionato ve le presento:

Secret Files 






ALICE DARK









Bride of Blood





QUIET EARTH




Arcana Mater



Questi volumi sono disponibili contattando l'autrice, direttamente dal suo blog: federicamanfredi.blogspot.com, 
oppure potete scrivere direttamente alla mail: federica.manfredi07@gmail,com


E' stato poi presentato il fighissimo Hack / Slash, ottimo fumetto edito da Panini Comics, in formato 100% Collezion (ovvero brossurato con copertina satinata e un bel po' di pagine). Tematiche horror, splatter e un pizzico di goth che non guasta, protagonista: la cazzutissima Cassie Hack che di mestiere da la caccia a spiriti killer che tornano sulla terra a fare casino...













SUPERFIGO

E....il Procione Rosa non si è fatto mancare nulla: ho fatto la fila, comprato i miei volumetti e ottenuto il mio sketchino *_*

GUARDATEEEEH





Cassie...ha un fiocco e la treccina chilometrica come meee *________* Emossione e Giubilio!

Ovviamente tutto signed <3





Ringrazio la ComixRevolutionMax Zazzi per aver reso tutto possibile e milionissimamente Federica Manfredi per tutta la pazienza (che ha mostrato anche ascoltando le noiose domande del Procione!!).


Che ne pensate di questi eventi in fumetteria? Secondo me ComixRevolution ci ha preso tantissimo.

Baci e coccoli,

Momo